L’attesa
La partita più attesa della storia calcistica capitolina, la città è ferma, silenziosa, immobile, tutti i cuori sono fermi, le anime pesanti, l’aria è piatta… non è il 15 agosto, è l’attesa della finale di Coppa Italia 2013, roma – Lazio 26 maggio 2013.

Da sempre si attende una partita del genere, una finale con in palio un trofeo da conquistare fra le due squadre della città di Roma, è roma – Lazio la partita del secolo, “La Partita” in assoluto.

Le due società capitoline si incontrano per la prima volta nella storia in una finale di Coppa Italia, gli obbiettivi da centrare sono la Coppa Italia, la qualificazione in Europa League, la Supercoppa Italiana con la Juventus e più importante di tutti per il popolo romano, il Primato Cittadino con tanto di Trofeo da alzare in faccia ai tifosi avversari.

Trailer Finale Tim Cup 2013

Le coreografie
Ci si stringe tutti, trionfa la fratellanza e la voglia di vincere, si è tutti fratelli tutti uniti verso un solo traguardo, “La Vittoria” non conta scegliere se ridere o piangere, perchè il riso può essere amaro e le lacrime intrise di gioia, conta solo “Vincere”, la prima competizione è quella sugli spalti, le due curve si preparano ad accogliere i loro beniamini in campo, allestendo “Una Favolosa coreografia”.
La Curva Nord

La Coreografia della Curva Nord, Finale di Coppa Italia.
La scenografia che domenica 26 maggio, poco prima delle 18, ha impreziosito la Curva Nord non è stata solo l’ennesima lezione di tifo da parte dei supporter biancocelesti, bensì ha costretto molti comunicatori a tornare sui libri di storia per capire cosa rappresentasse l’ultimo lavoro ideato da Disegnello, per antonomasia Michelangelo della squadra più antica della capitale.

Oltre al tifoso e al calciatore, sul mega telone esposto nella culla del tifo laziale, appariva un legionario romano con il vessillo dell’aquila in mano, da qui il dubbio: l’aquilifero è l’uomo o il vessillo? La storia non fa sconti, l’aquilifero era colui che aveva il compito di condurre e difendere l’aquila durante la battaglia. Per spiegare la sacralità del ruolo dell’aquilifero, di seguito riportiamo un brano tratto da “Il Mestiere delle Armi”, opera di Federica Guidi.

La Coreografia della Curva Nord, Finale di Coppa Italia

La Coreografia della Curva Nord, Finale di Coppa Italia

Fino alla riforma di Augusto, si sa davvero poco dei livelli gerarchici inferiori al centurione, ma con l’età imperiale la faccenda si fa più chiara e permette di definire meglio il ruolo di questi graduati. Al di sotto del centurione, brillano per prestigio e importanza i portatori di insegne: sia essa l’aquila, che è la più prestigiosa, o una qualsiasi altra insegna, come quella delle singole centurie, delle coorti o delle immagini degli imperatori, i portatori di signa affiancano il centurione in battaglia.

Primo fra tutti l’aquilifer, che con un ruolo quasi sacerdotale porta in testa alla legione l’aquila, sacro emblema e trasposizione animale dello spirito di Roma vittoriosa. Tutta la legione guarda all’incedere dell’aquilifero, che ha una responsabilità pesantissima.

Mai l’aquila deve cadere nelle mani nemiche, sarebbe come consegnare la gloria di Roma alla polvere della sconfitta e della prigionia. Ben lo sapeva il portatore dell’aquila della X Legio che, durante lo sbarco di Cesare in Britannia, per trascinare i soldati che indugiavano sulle navi, intimoriti dal fatto di dover scendere armati di tutto punto in acque di cui temevano la profondità, gridò: “Saltate giù, commilitoni, se non volete consegnare l’aquila al nemico: io, per parte mia, avrò fatto il mio dovere verso la Repubblica e il Comandante”.

Gianluca La Penna, Radiosei

La finale

Coppa Italia, Roma-Lazio 0-1: Lulic regala il sesto trofeo ai biancocelesti.

La bella notizia è che, dopo le minacce ricevute dai giocatori della Lazio e il ritrovamento di asce e coltelli nel pre-partita, finalmente si gioca. Senza risparmiarsi interventi duri, con i gialli di Orsato che fioccano fin dal primo minuto (Ledesma ammonito dopo pochi secondi), ma sempre entro gli steccati, nonostante il derby sia sempre il derby. Da non perdere, a prescindere.

LA COPPA N'FACCIA

LA COPPA N’FACCIA

La partita è noiosa e lenta, qualche occasione da entrambe i lati, al 71° minuto di gioco succede… Lulic scrive la storia, il pallone finisce sui piedi di Lulic, il 26 maggio entra nella Storia e diventa “Immortale”, lo stadio esplode, un intero popolo si abbraccia, la roma frastornata reagisce rabbiosa ed impesierisce la retroguardi biancazzurra con uno spiovente di totti che lambisce la traversa interna grazie ad un tocco istintivo di Federico Mrahcetti nuero 1 biancoceleste, poi è solo conto alla rovescia, cronometro alla mano fino al triplice fischio, finalmente è finita, è il Capitano Mauri che alza la Coppa al Cielo che è sempre più Blù!…

La squadra di Petkovic conquista il trofeo tricolore per la sesta volta battendo i giallorossi per 1-0. Decisiva la rete del bosniaco nella ripresa, complice un errore del portiere Lobont.

Roma è della Lazio. La Lazio vince il derby più importante della Storia, in un sol colpo, oltre alla sesta Coppa Italia, si tolgono la soddisfazione di entrare in Europa League impedendo ai cugini di approdare in Europa.

Lulic l’uomo derby
Nella ripresa, la tensione ha continuato ad attanagliare le due formazioni. La Lazio ha perso subito Ledesma per infortunio e per un po’ ha sofferto ha ritrovare gli equilibri. Ma la roma non ha saputo prendere il sopravvento, continuando a faticare a mettere in moto totti e lamela. Si è capito che per sbloccare la gara serviva un episodio ed è puntualmente arrivato al 71′: Mauri, subentrato proprio a Ledesma, ha lanciato in area Candreva che con un cross ha messo in difficoltà Lobont, incapace di allontanare: è arrivato Lulic che da due passi ha insaccato a porta vuota.

Sui piedi di Senad Lulic comincia la Leggenda!

Marchetti evita il pari
La roma ha avuto un immediato sussulto sfiorando il pari in maniera casuale: una punizione-cross di Totti, non toccata da nessuno, per poco non è entrata: Marchetti con un riflesso provvidenziale l’ha alzata sulla traversa salvando la propria porta. Andreazzoli ha tentato il tutto per tutto inserendo Osvaldo e Dodò ma la confusione ha preso il sopravvento rendendo i giallorossi incapaci di costruire una sola emozione per i propri tifosi. E così la Coppa salva-stagione va alla Lazio. Giusto così. Tra le due quella che sicuramente ha fatto vedere di più quest’ anno è stata proprio la squadra di Petkovic.

I festeggiamenti

COPPA ITALIA TARGA

COPPA ITALIA TARGA

Sono 15000 i tifosi a piazza del Popolo. Un’onda biancoceleste che sta lentamente invadendo le piazze romane. Dopo la vittoria della Lazio nella finale-derby di Coppa Italia contro la Roma, per un gol a zero, migliaia di tifosi sono usciti dagli spalti dopo aver assistito alla premiazione dei calciatori.

Ma se da una parte è festa, in città c’è anche tensione. In via Cavour, parzialmente chiusa, sono state bersagliate alcune auto a colpi di sassi, bottiglie e bastoni. Successivamente all’altezza di Largo Corrado Ricci è iniziata una lunga sassaiola contro gli agenti schierati con i propri mezzi.

Delusione Roma, le Lacrime di Totti

Le lacrime

Le lacrime

Lacrime di Totti, lacrime di Derossi, nervosismo da Osvaldo, uscito dal campo inveendo contro la panchina al fischio finale. Inserito solo al 72′, ha dato un calcio a un tabellone prima di scendere negli spogliatoi, dove è restato anche mentre i compagni ritiravano la medaglia della finale.

“Preferire Destro a Osvaldo? Una scelta che rifarei”, ha commentato Andreazzoli in conferenza stampa. Parla di fallimento Franco Baldini: “La stagione è stata inferiore alle aspettative. Questa finale ha reso il bilancio negativo, e costringe a riflessioni che verranno fatte”.

“Io sono quello che ha avuto carta bianca su tutto, quindi mi sento pienamente responsabile”, aggiunge il dg.

Le lacrime di Totti e De Rossi, il nervosismo di Osvaldo e subito dopo le parole di autocritica di Franco Baldini certificano un fallimento su tutta la linea. Cala nel modo peggiore il sipario sulla stagione della Roma mentre i cugini biancocelesti festeggiano il successo esibendo il prestigioso trofeo.

Sconfitta all’Olimpico in finale di Coppa Italia dalla Lazio ed estromessa dall’Europa. L’attaccante ha saltato la premiazione e prima di scendere negli spogliatoi avrebbe inslutato il tecnico.

Totti e De Rossi in lacrime, mentre Perrotta parla di “stagione fallimentare”. Baldini, invece, non vuol parlare del futuro di Andreazzoli che, a sua volta, spiega che rifarebbe le stesse scelte. Momenti di tensione a Trigoria con alcuni tifosi che hanno assaltato il pullman della squadra.

ROMA-LAZIO 0-1 (0-0)
Roma (4-2-3-1): Lobont 5.5, Marquinhos 7, Burdisso 6.5, Castan 6, Balzaretti 6 (30′ st Osvaldo sv), Bradley 6.5, De Rossi 6, Lamela 5.5, Totti 6, Marquinho 6 (37′ st Dodò sv) Destro 5.5. (Goicoechea, Svedkauskas, Piris, Romagnoli, Torosidis, Taddei, Florenzi, Pjanic, Perrotta, Tachtsidis). All.: Andreazzoli.

Lazio (4-1-4-1): Marchetti 7, Konko 6.5, Biava 7, Cana 6, Radu 6, Ledesma 6.5 (8′ st Mauri 6.5), Candreva 7.5, Onazi 7 (46′ st Ciani sv), Hernanes 6 (39′ st Gonzalez sv), Lucic 7.5, Klose 6. (Bizarri, Strakosha, Dias, Pereirinha, Stankevicius, Ederson, Crecco, Kozak, Floccari). All.: Petkovic.

Arbitro: Orsato di Schio 6.

Reti: nel st 26′ Lulic.

Angoli: 5-1 per la Lazio.

Recupero: 0′ e 4′.

Espulsi: Tachtidis dalla panchina per proteste.

Ammoniti: Ledesma, Balzaretti, Marquinho, Hernanes, Klose, Lulic per gioco scorretto, Burdisso e Totti per proteste.

Spettatori: 60 mila circa.

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