Lo sport a Roma è vivamente sentito, e senza dubbio più degli altri il calcio è quello tra tutti più amato dalla popolazione, un vero e proprio must, nonostante anche tennis e nuoto e a volte il rugby, corse e vela vengano seguite dai romani.

Le due squadre calcistiche conosciute fino all’estero, sia per bravura dei giocatori che per la loro intrinseca e non solo, rivalità, sono Lazio e roma, che, ad ora, giocano allo Stadio Olimpico.

S.S. LAZIO 1900

SS LAZIO 1900

SS LAZIO 1900

La SS Lazio nasce a Roma tra l’8 e il 9 gennaio del 1900.

Il 9 gennaio 1900 in Piazza della Libertà, tra il rione Prati e l’odierno quartiere della Vittoria si incontrano i soci fondatori. Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Giacomo e Luigi Bigiarelli, Alceste Grifoni, Giulio Lefévre, Galileo Massa, Alberto Mesones ed Enrico Vernier definiscono nome, colori sociali e simboli della nuova società.

Scelgono Lazio poiché il nome Roma era già utilizzato da un’altra polisportiva, la Società Ginnastica Roma, fondata dieci anni prima; optano per i colori bianco e celeste ispirandosi alla bandiera della Grecia, terra delle Olimpiadi; decidono che il simbolo della società sia l’aquila, antico vessillo delle truppe romane in battaglia.

Il simbolo riprende l’aquila della Roma imperiale e la sua potenza.

TARGA SS LAZIO 1900

TARGA SS LAZIO 1900

L’aquila conquista tutti perché animale fiero e simbolo delle legioni romane: non si può certo dimenticare che il mito di Roma, Capitale della nuova Italia, andava in quegli anni per la maggiore e che il gruppo dei militari intorno alla Lazio si fece sentire. I colori invece furono scelti in onore della bandiera greca. Presto venne individuato anche il punto di ritrovo: in Via Valadier al civico 6 si affiancarono l’attività podistica e quella natatoria.

Nata come società podistica, l’esordio dei nove giovani romani avviene il 21 Aprile del 1900 in una storica gara di corsa da Porta Pia sino a Piazza del Popolo.

Il pallone fece la sua comparsa solo un anno dopo, nel 1901: lo portò un certo Bruto Seghettini spiegando le regole di questo nuovo sport che in Inghilterra faceva faville e che in Francia cominciava a far parecchi proseliti: e Bruto proprio oltr’alpe era socio e giocava nel Racing Club di Parigi.

Il primo derby capitolino fù (Lazio – Virtus) finito 3-0 per i Biancocelesti. Questa storica partita, che alcune fonti indicano come giocata il 15 maggio del 1902, è considerata come “il primo atto assoluto del gioco del calcio a Roma”.

Tuttavia le testimonianze che collocano un Lazio-Virtus nel 1902 sono molte ed autorevoli, pur in assenza di una documentazione. Nella sua “Storia della Lazio” del 1969, Mario Pennacchia tratta dettagliatamente di quella partita e fornisce una formazione della Lazio identica a quella del presente tabellino. Curiosa anche la coincidenza di date (15 maggio 1902 – 15 maggio 1904) e risultato (3-0).

Per trent’anni la Lazio, che sente l’onore di aver portato il Calcio nella Capitale d’Italia (come anche la pallanuoto e il rugby a livello nazionale), vince tutto quello che c’è da vincere a Roma.

La sua fama attraversa i confini regionali, tanto che viene invitata a Pisa per disputare la finale del primo campionato centromeridionale contro la vincente di un torneo al quale presero parte il Pisa, il Livorno e il Lucca, vincitrici dei rispettivi gironi locali. E’ il giugno del 1907 e la truppa biancoceleste, capitanata da Sante Ancherani arriva in treno alla stazione di Pisa: deve affrontare tre incontri in un solo giorno. In una giornata memorabile la Lazio vince tutte e tre le partite: Lazio-Lucca 3-0; Lazio-Pisa 4-0; Lazio-Livorno 1-0. Grandi i biancocelesti al centro-sud ma non al nord dove arriveranno anche alle finali nazionali nel 1913, 1914 e nel 1922 perdendo, però, contro gli squadroni del nord rispettivamente Pro Vercelli, Casale e Genoa.

Primo presidente effettivo delle Lazio fu però Pedercini al quale però nel 1902 successe Fortunato Ballerini, ricordato come uno dei maggiori dirigenti della storia laziale. E’ proprio con lui che iniziò la grande crescita della polisportiva, e lo guida finalmente nel settore calcistico.

2 Volte Campione d’Italia, ha conquistato 5 Coppe Italia e ben 3 volte la Supercoppa Italiana. In ambito Internazionale ha vinto per una volta la Coppa delle Coppe e la Supercoppa UEFA oltre alla Coppa delle Alpi. I biancocelesti parteciparono al primo campionato di Serie A nel 1929 guidati da Silvio Piola, storico centrattacco della Nazionale, raggiungendo il secondo posto nella stagione 1936-1937, e sfiorando il suo primo Scudetto.

Negli anni Quaranta rappresentano per i colori biancocelesti un decennio vissuto tra alti e bassi, e la squadra rimase orfana del bomber Silvio Piola, trasferitosi al Torino.

Nel 1958, i biancocelesti furono la prima squadra italiana fregiarsi della coppa nazionale, ma nel 1961 per la prima volta retrocessero in serie b ritornando poi in Serie A, due anni dopo. Il club retrocesse nuovamente nel ’70/’71 e tornò in Serie A, l’anno successivo.

SS LAZIO 1974

SS LAZIO 1974

La “spina dorsale” di questa squadra era formata dal difensore, nonché capitano, Pino Wilson, dai centrocampisti Luciano Re Cecconi e Mario Frustalupi, dal bomber Giorgio Chinaglia e dall’indimenticato tecnico Tommaso Maestrelli.

Questa Lazio conquistò l’anno successivo il suo primo titolo in Serie A, nel campionato del ’73/ ’74.

Subito dopo l’impresa compiuta dalla cosidetta “Banda Maestrelli” con la vittoria dello Scudetto, la Lazio dovette affrontare alcuni avvenimenti che segneranno in maniera profonda le stagioni a venire: la scomparsa di Re Cecconi e Maestrelli e l’improvviso trasferimento di Chinaglia negli Stati Uniti.

Dagli anni ottanta al Duemila
L’anno dopo, la Lazio fu retrocessa nel campionato cadetto a causa di uno scandalo per scommesse illecite, noto come Totonero, che coinvolse alcuni suoi giocatori, insieme a quelli di altre squadre. La formazione rimase tre stagioni in serie b, e questo periodo è stato il più buio nella storia del club.

Anche nel 1986, fu colpita da una nuova penalizzazione di 9 punti (colpo duro, in un periodo in cui la vittoria comportava solamente due punti).

SS LAZIO 1999 COPPA DELLE COPPE

SS LAZIO 1999 COPPA DELLE COPPE

L’insediamento del finanziere romano Sergio Cragnotti, avvenuto nel 1992, cambiò radicalmente la storia del club romano grazie ai suoi importanti investimenti che portarono i biancocelesti a primeggiare in Italia e in Europa. Cragnotti batté ripetutamente tutti i record riguardo alle valutazioni del calciomercato, acquistando calciatori del calibro di Pavel Nedved, Juan Sebastian Veròn, Christian Vieri, Roberto Mancini, Vladimir Jugovic, Matias Almeyda, Jaap Stam e successivamente del centravanti argentino Hernán Crespo, comprato quasi al doppio del centrocampista Verón.

La Lazio si classificò seconda in Serie A nel 1995, terza nel 1996, quarta nel 1997.

Secondo posto ad un solo punto dal Milan all’ultima giornata di campionato nel 1999 e vinse poi il suo secondo Tricolore nel 2000, anno in cui ottenne anche la Coppa Italia, collezionando così (secondo gli standard italiani) un impressionante “DOUBLE” con lo svedese Sven Goran Eriksson come allenatore.

Questi anni videro la squadra capitolina vincere altre due Coppa Italia, (1998 e 2004) oltre all’ultima Coppa delle Coppe nel 1999, che le conferì “il primo titolo europeo delle squadre romane” a livello calcistico.

Dopo il 2002, anche a seguito di alcuni problemi finanziari del presidente Cragnotti e della sua società Cirio, i risultati iniziarono a peggiorare, anche perché il club fu costretto a privarsi di grandi giocatori, compreso il capitano, nonché simbolo, Alessandro Nesta.

Nel 2004, dopo una gestione di due anni guidata dal gruppo bancario Capitalia, con alla guida della società il presidente Ugo Longo, la Lazio si ritrovò sull’orlo della bancarotta, nonostante due aumenti di capitale in gran parte sottoscritti dai tifosi delle Aquile.

Nel luglio 2004 l’imprenditore romano Claudio Lotito acquistò infine il club biancoceleste grazie ad un accordo con i vertici di Capitalia, riuscendo a salvare la società dal fallimento grazie . Dopo un anno di transizione, che vide il ritorno alla Lazio dell’attaccante Paolo Di Canio, una sconfitta nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan, ed una qualificazione in Intertoto, nell’anno successivo le Aquile, sotto la guida tecnica del mister Delio Rossi, arrivarono fino alla qualificazione per la Coppa UEFA 2006-2007, ma a causa dello scandalo Calciopoli fu estromessa dalle competizioni europee e penalizzata di 11 punti, ridotti poi a 3, in campionato per la stagione successiva. In quest’ultima, comunque, la Lazio riuscì a piazzarsi terza guadagnando l’accesso alla Champions League dell’annata seguente.

Il primo trofeo dell’era Lotito risale al 2009, quando la Lazio vinse la sua quinta Coppa Italia. A fine stagione Rossi fu sostituito da Davide Ballardini, ed ecco la terza Supercoppa Italiana biancazzurra, battendo nella finale di Pechino i campioni d’Italia in carica dell’Inter.

Gli anni duemiladieci

LA COPPA N'FACCIA

LA COPPA N’FACCIA

A febbraio 2010 viene chiamato da Lotito alla guida della Lazio al posto dell’esonerato Ballardini, con la missione salvare la squadra, e l’obiettivo fu rggiunto. questo traguardo è stato raggiunto, dopo una lunga rincorsa, alla penultima giornata di campionato.

A giungo 2012 dopo aver interrotto il rapporto con Reja, la società romana annuncia come nuovo allenatore lo svizzero di origine croata Vladimir Petkocic’.
Finale di Coppa Italia roma 0 – LAZIO 1 – 26 maggio 2013

Coppa Italia, Roma-Lazio 0-1: Lulic regala il sesto trofeo ai biancocelesti.

La squadra di Petkovic conquista il trofeo tricolore per la sesta volta battendo i giallorossi per 1-0. Decisiva la rete del bosniaco nella ripresa, complice un errore del portiere Lobont.

Maggiori Informazioni
Bomber della Lazio:

Piola, Chinaglia, Giordano, Signori e Crespo hanno consentito alla Lazio di avere un proprio giocatore re dei bomber nel massimo del campionato, ovvero la classifica dei capocannonieri di serie A.

Cit. da http://www.sslazio1900.it/

Cit da https://it.wikipedia.org/wiki/Societ%C3%A0_Sportiva_Lazio

Laura Petringa, Andrea Ciotti